Onorevoli Colleghi! - Ogni anno in Italia vengono uccisi milioni di piccoli animali, selvatici e no, vittime incolpevoli del continuo e incessante aumento della realizzazione di infrastrutture viarie all'interno del nostro territorio, ivi comprese le aree protette.
      Molti di questi animali appartengono a specie in via di estinzione, mentre altri costituiscono un importante e insostituibile elemento dell'ecosistema, come i ricci e i rospi, i quali assolvono una funzione di grande rilievo per l'eliminazione degli animali nocivi all'agricoltura e potrebbero rappresentare la chiave di volta per l'impiego di sistemi di agricoltura biologica su larga scala.
      La presente proposta di legge intende fare il possibile per porre fine a questo inutile massacro e, con l'ausilio di modeste risorse economiche, intende perseguire la realizzazione - nelle zone ove vi sia una maggior presenza di questi piccoli animali - di opere che consentano loro di attraversare le strade senza rischiare di essere uccisi dalle automobili. Dette opere sono costituite da una rete di recinzione (la cui altezza non supererebbe comunque i 50 centimetri) parallela alla strada, in modo da ostacolare l'attraversamento della sede stradale, e da piccoli tunnel, che fungerebbero da veri e propri «passaggi pedonali»: interventi che altri Paesi europei hanno già realizzato con successo. La presenza degli animali dovrà essere segnalata anche da appositi cartelli che invitino gli automobilisti a ridurre le velocità e a prestare maggiore attenzione.

 

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      In particolare, si auspica che questo strumento legislativo venga valorizzato dagli enti di gestione dei parchi e delle zone protette, attraversati troppo spesso da arterie stradali che costituiscono un grande fattore di rischio per i piccoli animali.
      Le opere previste dalla presente proposta di legge sono ad impatto ambientale nullo e la loro manutenzione può avvenire (a costo zero) in contemporanea con la manutenzione delle sedi stradali di pertinenza.
      Lo stanziamento richiesto non costituirebbe un impegno di spesa eccessivamente gravoso per il bilancio dello Stato e verrebbe ampiamente ripagato impedendo un ulteriore depauperamento di un patrimonio faunistico già seriamente danneggiato dalla scarsa sensibilità ambientale finora dimostrata dalle compagini governative.
 

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